Poesia e destino. La sete di Antonia Pozzi

La poesia della Pozzi è espressione di un’anima sofferta e vertiginosa, assetata di Dio. Il destino della sua poesia è forse quello di accettare la sofferenza come cammino necessario per ritrovare la foce del proprio desiderio, tenendo fisso lo sguardo verso l’alto anche nelle contraddizioni dell’esistenza: “Ma sul lento / tuo andar di fiume che non trova foce, / l’argenteo lume di infinite / vite – delle libere stelle / ora trema”. Di questa sete incessante la Pozzi è viva testimone, se ciò che resta agli uomini è ritrovare l’origine di tale desiderio sorgivo: “A te resta / questa che il vento ti disvela / pallida strada nella notte: / alla tua sete / la precipite acqua dei torrenti”.
Nel suo recente Elogio della sete il teologo e poeta portoghese José Tolentino Mendonça descrive con lucida intelligenza i caratteri della sete, in un appassionato viaggio attraverso Bibbia, letteratura e poesia. La sua è una vera e propria indagine antropologica sul valore della sete nel mondo contemporaneo:

La sete è un patrimonio biografico che siamo chiamati a riconoscere e ringraziare. È con noi fin dall’infanzia, accompagna i nostri anni di formazione, irrompre in modi diversi durante la vita adulta, matura al nostro stesso ritmo, invecchia, cambia nome e senso, e rimane. La sete è il tornio del vasaio in cui Dio ci plasma, è il cavo delle amorevoli mani di Dio che speranzosamente cercano forme nuove per dire la vita, è la pelle di Dio che tocca quel vaso che noi siamo. (José Tolentino Mendonça, Elogio della sete, Vita e Pensiero 2018, p. 37)

Così anche la poesia della Pozzi sembra ricordarci di non ignorare la natura della nostra sete: di concederle il tempo e lo spazio necessari perchè prenda forma, illumini il nostro destino.

Massimiliano Mandorlo

Un destino

Lumi e capanne
ai bivi
chiamarono i compagni.
A te resta
questa che il vento ti disvela
pallida strada nella notte:
alla tua sete
la precipite acqua dei torrenti,
alla persona stanca
l’erba dei pascoli che si rinnova
nello spazio di un sonno.

In un suo fuoco assorto
ciascuno degli umani
ad un’unica vita si abbandona.

Ma sul lento
tuo andar di fiume che non trova foce,
l’argenteo lume di infinite
vite – delle libere stelle
ora trema:
e se nessuna porta
s’apre alla tua fatica,
se ridato
t’è ad ogni passo il peso del tuo volto,
se è tua
questa che è più di un dolore
gioia di continuare sola
nel limpido deserto dei tuoi monti

ora accetti
d’esser poeta.

Benvenuti nel BLOG dedicato ad Antonia Pozzi

Cosa dire della presentazione alla stampa di questo “premio anteprima” nato all’ombra dell’Abbazia di Chiaravalle quasi un anno fa, dopo un confronto con Padre Elia che mi spingeva ad essere al suo fianco in questa nuova ed entusiasmante avventura?
Potrei dire che la presentazione alla stampa è andata benissimo, che le persone (molto più numerose di ogni più rosea aspettative) hanno seguito con attenzione e partecipazione, quasi due ore di canti e interpretazioni delle Poesie della Pozzi grazie a i Poeticanti che hanno fatto un lavoro davvero degno di professionisti nel mondo dello spettacolo dedicandovisi anima e corpo e musica. E poi potrei raccontare delle sorprese a partire dalla presenza di Suor Onorina Dino e di Graziella Bernabò – grandissime studiose della Pozzi- che hanno dato da poco alle stampe un nuovo libro su Antonia Pozzi. O degli interventi di alcune giurate Junior o passaggi critici sulla poesia e sulla vita della Pozzi, scambiati tutti durante quella serata.
E ancora potrei parlare delle testimonianze portate da Padre Elia, Guido Oldani e Giovanni Gazzaneo ma di questi ci scriveranno loro in prima persona, perché le cose nate e coltivate quella sera stanno già mettendo il loro seme, lo sento da ciò che le persone presenti mi hanno detto, e che continuano a scrivermi: commossi e rapiti da questa figura di donna, fotografa e scrittrice che fu la Pozzi e che ancora è perché, nonostante la sua prematura scomparsa, continua a vivere dentro gli occhi e la mente di chi l’ha letta e ascoltata.
Proprio ieri, partecipando ad un evento milanese, il fondatore della Galleria Aprés- Coup, dopo che gli ho nominato questo concorso in favore dei giovanissimi poeti in erba e in memoria di Antonia, mi ha abbracciato commosso: ecco questo è quello che succede quando si evoca questa figura di donna, prima ancora che di poetessa.
E per questo io non vi dirò nulla di ciò che è stato detto, che è accaduto o che si dirà perché ogni momento ha il proprio linguaggio e il proprio attimo condiviso con chi c’era e vive così già dentro di noi, mettendo semi.
Quello che però certamente mi sento di dire ora è: Grazie

Luisa Cozzi